giovedì 22 settembre 2011

Consigli da bere!


Ogni birra ha una sua temperatura di servizio, che va conosciuta per non omologare il gusto all'insegna del "troppo freddo". Ma esistono anche piccoli accorgimenti per versarla in maniera corretta dalla bottiglia nel bicchiere…

Versatela così nel bicchiere, per esaltarne il gusto
Qualche piccola accortezza nel servire la birra, in casa, e una attenzione – obbligatoria - alla temperatura, permetterà di godere appieno le componenti organolettiche di questa bevanda.
Chi versa la birra dalla bottiglia, tenga leggermente inclinato il bicchiere fino a tre quarti della sua capienza. Sul finire la birra può essere versata più velocemente, in modo che sviluppi una buona quantità di spuma che si alzi un paio di centimetri un po' oltre l'orlo del bicchiere, senza ricadere all'esterno. Chi avrà l'accortezza di non vuotare subito la bottiglia, ma di lasciarvi un po' di birra, potrà versarla nel bicchiere dopo un paio di minuti e vedere la spuma acquistare più vita, più volume. Ne beneficerà anche l'intensità aromatica, perché la birra, dopo la prigionia trascorsa nella bottiglia, ha bisogno di ossigenarsi un po' per riprendere vita ed esprimere il meglio di sé. Il tempo d'attesa non deve essere però troppo lungo, perché il contatto della bevanda con l'aria può provocarne l'ossidazione e il decadimento del gusto.
Ricordate infine che nell'esplosione di effervescenza che sviluppa quando la si versa, la birra non dovrebbe mostrare bollicine in movimento verso l'alto come accade con spumanti e champagne. Infatti, se per questi ultimi il perlage è un pregio, per la birra è un difetto
dai 5 ai 14 gradi: ogni birra ha la sua temperatura di servizio
Errore tra i più frequenti è che la birra venga servita a temperatura troppo bassa. Ricordate che, in generale, il freddo "uccide" gli aromi e le fragranza, anestetizzando le papille gustative. E' anche vero che la temperatura di servizio, come indicazione di massima, sale proporzionalmente a densità, corposità e alcolicità della vostra birra.
Regolatevi perciò come segue. Le birre chiare, leggere - come pilslagericeblanche e light - o delicatamente aromatiche, come leweisse, dovrebbero essere servite tra i 5 e i 9 gradi. Tra 7 e 9 le fruttate kriek e framboise. Salite leggermente (8-10 gradi) per le bitter ale e le brown ale, che hanno più bisogno di esprimersi. Servite a 10 gradi una stout. Ancora un passo in su meritano le strong ale (fino a 11 gradi) e le doppelbock (idem). Vuole 12 gradi invece una complessa scoth ale. E fino a 13 può salire la temperatura di servizio per una ricca abbazia. Da 13 in su, veleggiano infine i "pesi massimi", le alcoliche barley wine. Ma ricordate che anche una trappista(temperatura minima 9 gradi), se particolarmente ricca e forte, può essere servita, per valorizzarla al massimo, anche a 14 gradi di temperatura.
La spia di un qualcosa che non va nella temperatura è la schiuma stessa: quando, infatti, viene presentato un bicchiere con poca spuma, la colpa potrebbe essere della temperatura di servizio troppo rigida; schiuma in eccesso, invece, potrebbe dipendere dalla temperatura di servizio non abbastanza fresca.

domenica 24 luglio 2011

Fatta in casa... è tutta n'ata storia!

Dalla preparazione...



All'imbottigliamento

E presto vi riferirò del risultato....
Buona birra a tutti!

Un po' di wikipedia

La birra è una delle più diffuse e più antiche bevande alcoliche del mondo. Viene prodotta attraverso la fermentazione alcolica con ceppi di Saccoromyces Cerevisiae o Saccaromyces Carlsbergensis di zuccheri derivanti da fonti amidacee, tra cui quella più usata è il malto d'orzo. Il malto d'orzo è l'orzo germinato ed essiccato ed è conosciuto comunemente come Malto. Vengono tuttavia ampiamente impiegati anche il frumento, il mais e il riso, solitamente in combinazione con l'orzo. Altre piante meno utilizzate sono invece la radice di manioca, il miglio e il sorgo in Africa, la patata in Brasile e l'agave in Messico.
Per produrre la birra, il malto (o altra fonte di amido) viene immerso in acqua calda, dove - grazie all'azione di alcuni enzimi presenti nel malto stesso e dovuti alla germinazione - gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri fermentescibili. Questo mosto zuccheroso può essere aromatizzato con erbe aromatiche, frutta o più comunemente con il luppolo. Quindi, viene impiegato un lievito che dà inizio alla fermentazione e porta alla formazione di alcool, unitamente ad anidride carbonica (che viene per la maggior parte espulsa) ed altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica degli zuccheri.
In questo processo si utilizzano ingredienti, tradizioni e metodi produttivi variabili: il tipo di lievito ed il metodo di produzione possono essere usati per classificare le birre in ale, lager o birre a fermentazione spontanea. Le bevande alcoliche fermentate da sostanze non amidacee come il succo d'uva (vino) o il miele (idromele), e le bevande distillate non vengono classificate come birra.

La birra è una delle bevande più antiche prodotte dall'uomo, probabilmente databile al settimo millennio a.C., registrata nella storia scritta dell'antico Egitto e della Mesopotamia. La prima testimonianza chimica nota è datata intorno al 3500-3100 a.C.. Poiché quasi qualsiasi sostanza contenente carboidrati, come ad esempio zucchero e amido, può andare naturalmente incontro a fermentazione, è probabile che bevande simili alla birra siano state inventate l'una indipendentemente dall'altra da diverse culture in ogni parte del mondo. È stato sostenuto che l'invenzione del pane e della birra sia stata responsabile della capacità dell'uomo di sviluppare tecnologie e di diventare sedentario, formando delle civiltà stabili. È verosimile che l'invenzione della birra sia infatti coeva a quella del pane; poiché le materie prime erano le stesse per entrambi i prodotti, era solo "questione di proporzioni": se si metteva più farina che acqua e si lasciava fermentare si otteneva il pane; se invece si invertivano le quantità mettendo più acqua che farina, dopo la fermentazione si otteneva la birra.
Si hanno testimonianze di produzione della birra addirittura presso i Sumeri. Due erano le principali tipologie prodotte nelle case della birra: una birra d'orzo chiamata sikaru (pane liquido) e un'altra di farro detta kurunnu. La più antica legge che regolamenta la produzione e la vendita di birra è, senza alcun dubbio, il Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) che condannava a morte chi non rispettava i criteri di fabbricazione indicati (ad es. annacquava la birra) e chi apriva un locale di vendita senza autorizzazione.