sabato 18 agosto 2012

Birra Dolomiti - Fabbrica di pedavena


Birra doppio malto di colore dorato e dai riflssi ambrati. I lunghi tempi di fermentazione e di maturazione a basse temperature consentono i ottenere un lento affinamento organolettico che conferisce un’elevata intensità olfattiva e un gusto complesso e fruttato con note di mela, vaniglia e mandorla. Nel retrogusto emerge un floreale sentore di luppolo e malto 
Birra: Doppio malto
  • Grado plato: 14,7
  • Grado alcolico: Vol. 6,7%
  • Gusto: pieno
  • Amarezza: equilibrata e morbida
  • Colore: chiaro
  • Schiuma: fine, compatta e aderente
  • Temperatura di servizio: 8°


Birra Pils di colore chiaro e dai riflessi dorati. Il particolare processo di fermentazione e l’utilizzo del malto delle Dolomiti le conferisce un gusto pieno e armonioso, una personalità importante e delicata al tempo stesso. La schiuma compatta e il retrogusto persistente la rende adatta a un consumo a tutto pasto e ideale a soddisfare il desiderio di una birra equilibrata e dissetante.
  • Birra: Lager
  • Grado plato: 11,6
  • Grado alcolico: Vol. 4,9%
  • Gusto: pieno
  • Amarezza: equilibrata e morbida
  • Colore: chiaro
  • Schiuma: fine, compatta e aderente
  • Temperatura di servizio: 8°



Birra Speciale di colore chiaro, dai riflessi d’oro intenso. I lunghi tempi di fermentazione e maturazione esaltano la componente aromatica delle materie prime. Il suo gusto pieno e leggermente fruttato la rende apprezzata anche dai palati più esigenti e adatta a molteplici abbinamenti gastronomici.
  • Birra: Speciale
  • Grado plato: 13,4
  • Grado alcolico: Vol. 5,9%
  • Gusto: pieno e leggermente fruttato
  • Amarezza: percettibile
  • Colore: biondo
  • Schiuma: fine, compatta e aderente
  • Temperatura di servizio: 7-9°



giovedì 22 settembre 2011

Consigli da bere!


Ogni birra ha una sua temperatura di servizio, che va conosciuta per non omologare il gusto all'insegna del "troppo freddo". Ma esistono anche piccoli accorgimenti per versarla in maniera corretta dalla bottiglia nel bicchiere…

Versatela così nel bicchiere, per esaltarne il gusto
Qualche piccola accortezza nel servire la birra, in casa, e una attenzione – obbligatoria - alla temperatura, permetterà di godere appieno le componenti organolettiche di questa bevanda.
Chi versa la birra dalla bottiglia, tenga leggermente inclinato il bicchiere fino a tre quarti della sua capienza. Sul finire la birra può essere versata più velocemente, in modo che sviluppi una buona quantità di spuma che si alzi un paio di centimetri un po' oltre l'orlo del bicchiere, senza ricadere all'esterno. Chi avrà l'accortezza di non vuotare subito la bottiglia, ma di lasciarvi un po' di birra, potrà versarla nel bicchiere dopo un paio di minuti e vedere la spuma acquistare più vita, più volume. Ne beneficerà anche l'intensità aromatica, perché la birra, dopo la prigionia trascorsa nella bottiglia, ha bisogno di ossigenarsi un po' per riprendere vita ed esprimere il meglio di sé. Il tempo d'attesa non deve essere però troppo lungo, perché il contatto della bevanda con l'aria può provocarne l'ossidazione e il decadimento del gusto.
Ricordate infine che nell'esplosione di effervescenza che sviluppa quando la si versa, la birra non dovrebbe mostrare bollicine in movimento verso l'alto come accade con spumanti e champagne. Infatti, se per questi ultimi il perlage è un pregio, per la birra è un difetto
dai 5 ai 14 gradi: ogni birra ha la sua temperatura di servizio
Errore tra i più frequenti è che la birra venga servita a temperatura troppo bassa. Ricordate che, in generale, il freddo "uccide" gli aromi e le fragranza, anestetizzando le papille gustative. E' anche vero che la temperatura di servizio, come indicazione di massima, sale proporzionalmente a densità, corposità e alcolicità della vostra birra.
Regolatevi perciò come segue. Le birre chiare, leggere - come pilslagericeblanche e light - o delicatamente aromatiche, come leweisse, dovrebbero essere servite tra i 5 e i 9 gradi. Tra 7 e 9 le fruttate kriek e framboise. Salite leggermente (8-10 gradi) per le bitter ale e le brown ale, che hanno più bisogno di esprimersi. Servite a 10 gradi una stout. Ancora un passo in su meritano le strong ale (fino a 11 gradi) e le doppelbock (idem). Vuole 12 gradi invece una complessa scoth ale. E fino a 13 può salire la temperatura di servizio per una ricca abbazia. Da 13 in su, veleggiano infine i "pesi massimi", le alcoliche barley wine. Ma ricordate che anche una trappista(temperatura minima 9 gradi), se particolarmente ricca e forte, può essere servita, per valorizzarla al massimo, anche a 14 gradi di temperatura.
La spia di un qualcosa che non va nella temperatura è la schiuma stessa: quando, infatti, viene presentato un bicchiere con poca spuma, la colpa potrebbe essere della temperatura di servizio troppo rigida; schiuma in eccesso, invece, potrebbe dipendere dalla temperatura di servizio non abbastanza fresca.

domenica 24 luglio 2011

Fatta in casa... è tutta n'ata storia!

Dalla preparazione...



All'imbottigliamento

E presto vi riferirò del risultato....
Buona birra a tutti!

sabato 4 dicembre 2010

Pizza e birra... è giusto l'abbinamento?





Gli antichi egizi. Ma lo sapete che dovrei parlare degli antichi egizi per datare l’origine dell’abbinamento pizza-birra? Lo dice Stefania Sofra, la studiosa che rimanda alla consuetudine egizia di abbinare birra e prodotti dell’impasto tra acqua e cereali. Va da sé che non si tratta della birra come la conosciamo oggi, l’antenata non era neanche “maltizzata”, per cui prendeva d’acido rapidamente, alla stesso modo del pane e della pita - primo nome della pizza – che non erano certo quelli di oggi.



Oggi i cereali usati sono geneticamente più complessi, di conseguenza le farine risultano più ricche e il glutine si comporta in modo diverso. Diverse sono anche le tecniche di preparazione, i condimenti, le spezie, beh, un po’ tutto. Ma l’abitudine di accoppiare la pizza con la birra è rimasta, mentre l’abbinamento con il vino non sembra riscuotere l’attenzione che merita, a me per esempio piace molto. Facendoci caso però, gli esperti del settore preferiscono di solito vini mossi, frizzanti, quasi sia l’anidride carbonica la reale compagna della pizza.



Congettura suggestiva anche volendo azzardare un’ipotesi semiseria, quante volte sulla pizza abbiamo bevuto una cola, gazzose, chinotti, bollicine insomma? Eppure il pane semplice non chiama le bevande gasate ma si lega senza problemi a qualsiasi vino, mentre difficilmente mangiamo il pane assoluto con la birra.



A livello chimico l’anidride carbonica rende l’acqua più acida aiutando così la digestione. Che questa cosa crei inconsciamente l’esigenza di cercare le bolle quando si mangia la pizza credo sia tutto da dimostrare.



Il mistero s’infittisce, motivi storici, scientifici, economici, quello che vi pare, ma perché abbiamo sempre abbinato pizza e birra e continuiamo a farlo?









venerdì 29 ottobre 2010

BIRRA E SALUTE

La salute è il risultato di un sano regime alimentare e, più in generale, di un corretto stile di vita. Tuttavia, ogni singolo alimento ingerito influenza, nel suo piccolo, lo stato di benessere di un individuo.

Anche la birra, le cui proprietà sono spesso poco note, può avere riscontri positivi o negativi sulla salute, a seconda del consumo e del modo in cui viene inserita nella dieta.

LE PROPRIETA’

La birra contiene circa il 90-93% di acqua in cui sono disciolti minerali (potassio, magnesio), microelementi (zinco, selenio) e vitamine idrosolubili come la B2, la B3 e i folati, necessari per il sistema nervoso.

In base alla qualità della birra, si possono trovare anche aminoacidi, carboidrati (destrine e maltosio), fibre solubili disintossicanti e polifenoli cardioprotettivi.

Questa bevanda contiene anche alcol (3-4 grammi per 100 cc), che apporta circa 7 kcal per grammo.

I VANTAGGI PER LA SALUTE

A molti può sembrare strano sentir parlare di vantaggi per la salute associati alla birra. In realtà sono numerose le ricerche che hanno evidenziato gli effetti benefici di questa bevanda, a patto che la si consumi con moderazione (massimo 2 bicchieri al giorno).

Da uno studio europeo, durato 6 anni, condotto su un campione di donne, è emerso che bere una quantità moderata di birra protegge del diabete di tipo II: le donne che bevevano quantità moderate di alcol, rispetto alle astemie e alle forte bevitrici, presentavano un minor rischio di ammalarsi di diabete.

Inoltre:

  • migliore l’umore;
  • la birra chiara rilassa corpo e mente, combattendo lo stress;
  • previene l’osteoporosi: il silicio è un nutriente importante per la salute delle ossa, presente in elevate quantità nella birra;
  • disseta e idrata il corpo, soprattutto in caso di sudorazione: è molto ricca di acqua, potassio e vitamine del gruppo B;
  • abbassa il colesterolo cattivo: il merito è dell’orzo e del contenuto di polifenoli, potenti antiossidanti.

LA BIRRA E LA DIETA

La sua fama di essere una bevanda ingrassante, che crea gonfiore, dipende dalla quantità ingerita e dal tipo di alimentazione (spesso troppo ricca e grassa).

Abbinata agli alimenti giusti, la birra, non provoca gonfiore addominale e favorisce la peristalsi.

Con la pizza e i primi piatti:

con la pizza è tradizione, ma non è un abbinamento consigliato, in quanto aumenta le fermentazioni intestinali e quindi il gonfiore. Per chi non vuole rinunciare, si consiglia di scegliere birre non molto frizzanti.

Con carne e pesce: è l’abbinamento migliore. Per la carne bianca scegli lager e pilsner, per quella rossa meglio una belga o una scotch ale. Per il pesce, invece, orientati sulla plis bavarese, non troppo amara, oppure sulla lager.

domenica 19 settembre 2010

La birra in Italia

Rispetto ai paesi europei che più le sono vicini matrice culturale e storica, l'Italia non può vantare un altrettanto rilevante consumo annuo pro capite di birra, ma è stata, negli ultimi trent'anni, protagonista di una vera e propria esplosione nel settore, al punto da venir considerata, nel panorama birrario internazionale, un autentico fenomeno. Quasi una rivoluzione, se si tiene conto delle sue radicate e intense tradizioni vinicole e del fatto che la disponibilità di birra (cioè il totale della produzione nazionale più la quota importata ) è aumentata sensibilmente e costantemente. Allo stesso modo anche il consumo annuo pro capite è più che raddoppiato.

Leader italiano è il gruppo che porta il nome dei proprietari, i Peroni; seconda fabbrica italiana per volume di produzione è la Dreher, controllata dal colosso birrario olandese Heineken. Seguono Wurher che produce birre con marchio Wuhrer, Simplon e Kronenbourg, Sib-Nuova Birra Messina che fabbrica su licenza come la birra Henninger, Poretti è presente nel mercato con le birre Splugen. Tuborg, Carlsberg e altre marche minori. Forst di Merano ( Bolzano ), Prinz e Moretti a Udine che produce l'omonima birra e la San Souci, Menabrea (Biella).

venerdì 17 settembre 2010

Ozapft is! L'Oktoberfest compie 200 anni



Dal 18 settembre al 4 ottobre Monaco di Baviera diventa


200 anni di birra, festa e brindisi: l'Oktoberfest compie due secoli e si prepara a festeggiarli in maniera spettacolare. La storia della manifestazione nasce il 12 ottobre 1810 quando il principe ereditario Ludovico di Baviera sposa la principessa Teresa di Sassonia ed i due assistono ad una corsa di cavalli su un prato (Wiese) alle porte di Monaco di Baviera. La gara diverte la capitale mondiale della birra tanto i due reali che il prato prende il nome di Theresenwiese in onore della sposa e che viene ripetuta ogni anno. Da quel momento, il sistema cresce rapidamente. All'inizio, la kermesse è una fiera agraria focalizzata sulle corse dei cavalli, ma la birra conquista rapidamente il primo piano. Inoltre, con il passare del tempo, aumentano i servizi per i visitatori: i primi anni ci si limita ad una giostra ed altalene. Vengono poi aggiunte piccole baracche, in numero crescente, poi sostituite da grandi capannoni dove la gente può bere e mangiare.

Alla fine dell'Ottocento, l'Oktoberfest ha ormai assunto il la sua forma attuale: un colossale banchetto, dove litri e litri di birra (bionda e scura, weizen e pilsner) vengono accompagnati da galletti allo spiedo, würstel e braciole croccanti. I presenti si riuniscono così sotto i diversi tendoni, in rappresentanza delle varie birrerie, mangiando bevendo e sentendo musica: nonostante il carattere nazionalistico della manifestazione, le orchestrine hanno un repertorio vario, che comprende anche pezzi italiani come Romagna mia o Funiculì funicolà.

Immancabili anche le kellerine, le cameriere con il loro costume di trini e pizzi ed i loro grossi bicchieri da un litro, i mass. Le cameriere ne portano fino a 6 alla volta e tutti pieni fino all'orlo , come vogliono le regole dell'Associazione per il boccale pieno, correndo sui pavimenti coperti di segatura al grido di Vorsicht! Vorsicht!, attenzione! Attenzione!

Il tutto in un clima di allegria e spensieratezza, che solo pochi drammi sono riusciti ad intaccare: l'Oktoberfest è stata cancellata per due grandi epidemie e per le due Guerre Mondiali.

Per festeggiare il bicentenario della kermesse, Monaco ha in programma diverse iniziative.

L'evento vero e proprio sarà anticipata da una parata. Settemila persone con i costumi tradizionali della Baviera sfileranno per sette chilometri di vie cittadine, in ricordo del corteo del 1835.

Tra i partecipanti, fucilieri, trombettieri a cavallo, guardie civili in uniformi provenienti anche dagli altri Länder tedeschi, gruppi folcloristici, sbandieratori, orchestrine e bande di fanfare. Saranno accompagnati dalle famiglie degli osti, dalle carrozze storiche decorate, dai carri delle fabbriche di birra locali addobbati a festa e decorati con le le piccole botti di birra, i prodotti del raccolto, gli antichi utensili degli artigiani e piccoli archi ornati di fiori intrecciati.

Il 18 settembre è il giorno dell'inaugurazione ufficiale: Christian Ude, primo cittadino di Monaco, darà il via ai festeggiamenti spillando la prima botte di birra al motto di Ozapft is!, è spillato!

E da quel momento fino al 4 ottobre sarà Oktoberfest a tutti gli effetti, per un'edizione che vedrà la partecipazione stimata di 6 milioni di visitatori e migliaia di inservienti e di kellerine.

Per divertire tutti, saranno disponibili attrazioni come come la cerimonia dello spillaggio della botte, la sfilata dei mastri birrai, le parate in costumi tradizionali e le salve sparate dai gradini della gigantesca statua della Bavaria con il suo leone accucciato. In onore dell'edizione del 1810, si terrà una grande corsa a cavalli su una pista di sabbia lunga 400 metri che verrà tracciata ai margini della spianata di Theresienwiese.

Infine, la municipalità ha organizzato anche e varie mostre rievocative che si terranno nei tendoni della spianata, nel padiglione dei congressi sulla Theresienhöhe e nel Museo della birra. Coinvolto anche il museo civico di Monaco, che fino al 31 ottobre dedicata un'esposizione speciale all'Oktoberfest.

In tale sezione saranno presenti l'abito nuziale della principessa Teresa, le giostre storiche, i dipinti e i filmati commemorativi e i dirndl, i costumi tradizionali bavaresi.

domenica 23 maggio 2010

BIRRA BAVARIA



Bavaria Originale Brew (prodotta in bottiglie da 33 cl).
  • Bavaria 2.8 (una birra alternativa alla Premium, con il 2,8 % di alcool, esportata in Cina, prodotta in bottiglie da 33cl, 65 cl).

  • Bavaria 8.6 Red (una birra speciale rossa con un gusto dolce e poco amaro, prodotta bottiglie da 33 cl e in lattine da 50 cl).

  • Bavaria Premium (una birra speciale dalla scelta di vari tipi di orzo di qualità, con 300 anni di esperienza, prodotta in bottiglie da 25 cl, 33 cl, 50 cl, 65 cl e in lattine da 25 cl, 33 cl, 44 cl, 50 cl e 1 lt).

  • Bavaria 8.6 (una birra speciale bionda con il 7,9 % di alcool, prodotta in bottiglie da 33 cl, 65 cl, e in lattine da 50 cl).

  • Bavaria Crown (la birra più amata in Irlanda con il 4,2 % di alcool, prodotta in bottiglie 33 cl e in lattine da 50 cl).

  • Bavaria Malt (l'unica birra con lo 0 % di alcool, venduta anche con aromi, la classica prodotta in bottiglie da 33 cl, 25 cl e in lattine da 33 cl, la Apple (con mela) in bottiglie da 25 cl e in lattine da 33cl, la Karkadè in bottiglie da 25 cl e in lattine da 33 cl, la Lemon (con limone) in lattine da 33 cl).


mercoledì 19 maggio 2010

Stella Artois

Stella di Natale

Alle origini del nome Stella Artois vi è proprio la magia del Natale.

Nord Europa, Belgio, anni 20 inoltrati, freddo e suggestioni intense, Natale di altri tempi. Dove una birra speciale significa nutrimento vero, del corpo e dello spirito. Se il nome, Stella Artois, nasce nel Natale del 1926 per celebrare un momento speciale, in realtà questa birra belga ha origini antichissime: nel 1366, sempre nella cittadina di Leuven, nella birreria Den Horen (Il Corno). Ma è con la fondazione dell’Università nel 1425 e con l’arrivo a Leuven di persone da tutta Europa e di studenti soprattutto, che si consolano dai rigori del freddo e dello studio proprio con un allegro consumo di birra, che la piccola cittadina belga assurge all’onore delle cronache come la Città della Birra.

Nel 1717 il mastro birraio Sebastian Artois acquista la birreria e ne cambia il nome in Artois.

Cronache di consumi e di successi:

1680:

la produzione annuale raggiunge i 330 hl

1808:

la produzione annua tocca l'apice massimo degli 80.000 hl; Artois diventa la più grande birreria dell'Impero Francese

1842:

un nuovo tipo di birra nasce a Pilsen, in Boemia: una birra chiara, dal colore dorato e a bassa fermentazione, che prende il nome di Pils o Pilsner. Oggi il termine Pilsner identifica le birre di origine ceca e tedesca che presentano le caratteristiche sopra citate; Stella Artois, al pari delle birre provenienti da altri Paesi, presenta le stesse caratteristiche ma mantiene la denominazione di Lager

1918:

durante la prima guerra mondiale la birreria Artois viene distrutta. In seguito ricostruita, viene oggi protetta quale luogo di rilevanza storica

1930:

iniziano le esportazioni in tutta Europa

1960:

la produzione di Stella Artois supera 1 milione di hl

1987:

nasce il gruppo Interbrew, in seguito alla fusione tra la birreria Artois e Piedboeuf, primo produttore di birra in Belgio

1993:

a Leuven nasce la nuova birreria Artois, completamente automatizzata

1994:

Stella Artois viene distribuita su licenza in Italia

1999:

la produzione totale è pari a 6,7 milioni di hl

2002:

la produzione mondiale di Stella Artois raggiunge 8,9 milioni di hl: Gran Bretagna, Belgio, Francia, Stati Uniti ne rappresentano i maggiori Paesi consumatori. Nel nostro Paese il prodotto è distribuito da Beck's Italia

2003:

Beck's Italia rileva da Heineken Italia il portafoglio belga, comprendente i marchi Stella Artois, Hoegaarden, Leffe

2004:

Stella Artois viene importata direttamente dal Belgio

lunedì 3 maggio 2010

Proprietà nutrizionali e caloriche della birra

In principio fu l’orzo, poi venne il pane e la birra nella Mesopotamia, terra tra i fiumi Tigri ed Eufrate, più di cinque mila anni fa.
La birra di Babilonia non aveva il luppolo,erba aggiunta nella bevanda in Baviera solo nel 1516 e attraverso una legge specifica : Reinheitsgebot!
Da sempre chiamata anche il “pane liquido” ,la birra è una bevanda – alimento.
Non è solo questione di feeling gustativo. I nutrienti contenuti nei vari alimenti che generano la birra hanno azioni utili per la integrità e funzionalità delle cellule umane. E’ l’insieme dei vari nutrienti,bevuti tutti assieme,che fa della birra,davvero un alimento e non solo una bevanda alcolica!
Anzi ! L’equilibrio tra la sua dose ragionevole di etanolo e gli altri principi nutritivi è il carattere dominante della birra. Altre bevande invece hanno una netta predominanza dell’etanolo . La birra non è quindi solo etanolo ! C’è di più.

CARTA DI IDENTITA’ NUTRIZIONALE DELLA BIRRA


(100g alimento)

Calorie………………………….37 ( birra chiara, le Calorie variano con il variare dei tipi di birra)
Acqua………………………. 93 g
Etanolo………………………. 3.4 g (variabile in base alla classificazione delle birre)
Carboidrati…………………… 3 g
Grassi………………………….. 0
Proteine………………………… 0.2 g
Potassio………………………… 175 mg
Calcio……………………………5 mg
Fosforo…………………………. 140 mg
Magnesio………………………. 48 mg
Silicio…………………………… 6 mg
Vitamina B2…………………….0.15 mg
Vitamina B3………………….. 4.5 mg
Vitamina B5…………………..0.24 mg
Vitamina B6……………………0.14 mg
Vitamina B12…………………..0.8 mcg
Acido Folico…………………….4 mcg

Il commento alla composizione nutrizionale può essere svolto concentrando l’attenzione sul basso numero delle Calorie, sulla dose moderata di etanolo,sui carboidrati : fruttooligosaccaridi, inulina e residui di maltosio non fermentato, sulla presenza di vitamina B6 e acido folico che svilupperò più avanti quando parlerò dell’omocisteina e malattie cardio vascolari, sulla significativa presenza di silicio minerale assai utile per la integrità delle ossa,sull’ottimo rapporto tra calcio e fosforo, nonché sulla scarsa presenza di sodio nella birra.
Vado ora ad evidenziare il ruolo della inulina (fibra idrosolubile) e FOS
( fruttoligosaccaridi) derivati dall’orzo!



CALORIE
BIRRA……………..…………………………………………. 35
VINO ROSSO DA PASTO……………………………………… 84
SPREMUTA FRESCA di ARANCIA……………………………33
SPREMUTA FRESCA di POMPELMO……………………… 30
SUCCO di ALBICOCCA…………………………………………47
SUCCO di ANANAS……………………………………………… 56
SUCCO di ARANCIA e POMPELMO……………………………43
SUCCO DI ARANCIA…………………………………………….. 36
SUCCO DI FRUTTA………………………………………………..56
SUCCO di LIMONE……………………………………………….. 21
SUCCO DI MANDARINO…………………………………………..50
SUCCO di MELA………………………………………...……… 38
SUCCO di MELACRANA…………………………………………..44
SUCCO di PERA…………………………………………………….60
SUCCO DI POMPELMO……………………………………………46
SUCCO di UVA……………………………………………………….46
SUCCO TROPICALE………………………………………………..47

La conoscenza del potere calorico delle varie bevande fa capire che la affermazione tradizionale “pancia da birra” dato a persone obese,su di peso per colpa della birra. Sono le abitudini alimentari e gli stili di vita scorretti,tipici dei forti consumatori di questa bevanda ,ad essere responsabili della loro linea non proprio invidiabile! E’ l’alto consumo di alimenti grassi e ricchi di Calorie,peraltro tipici delle zone continentali dove la birra è molto diffusa,il vero responsabile della obesità e dell’accumulo di grasso addominale.
La giusta dose giornaliera di birra può trovare il suo sano posto nella alimentazione consapevole di che vuol coniugare benessere e salute.

domenica 2 maggio 2010

Birra in Europa nel Medioevo

Come mai la birra si diffuse con celerità in Europa dopo la caduta dell’Impero Romano e, cosa importante, perché era particolarmente apprezzata? Dopo la caduta dei Romani e degli idoli pagani si diffuse una massiccia cristianizzazione che sconvolse l’Europa dal punto di vista sociale, politico e demografico, causando massicce ondate di migrazione in tutte le latitudini del continente. Proprio in quel periodo, alcuni monaci irlandesi diffusero la birra dalla loro terra in tutta l'Europa, soprattutto nell’Europa del nord, dove la birra era considerata un prodotto indispensabile e particolarmente apprezzato; bere acqua era, infatti, considerato poco salubre e segno di povertà. Inoltre la birra era senz’altro più buona!Nei monasteri si praticava lo studio dell'arte birraia, poiché il consumo di birra non comportava l'interruzione del digiuno, pratica questa molto sentita e diffusa tra i monaci. Gli storici del tempo riportano fedelmente che nel X secolo la razione giornaliera di birra dei frati era di cinque misure, ognuna delle quali corrispondeva ad un litro abbondante. Non male come consumo a scopo antisettico! Inoltre, la bionda bevanda divenne un'importante fonte di guadagno e le birrerie dei monasteri si trasformarono in mescite ben gestite e soprattutto molto frequentate. Con il medioevo s’introdusse l'impiego del prezioso luppolo come ingrediente. Il vantaggio del luppolo fu l’effetto antisettico ed inoltre, le birre così prodotte si potevano conservare per periodi molto lunghi, senza limitazioni, rendendone possibile il commercio e facendone una bevanda ''sicura'' sotto l'aspetto igienico. L'esempio più antico di una legge della purezza risale però al 1447 e fu emanata dal Consiglio della città di Monaco di Baviera, in Germania. Tali disposizioni di diritto alimentare giovarono alla qualità e alla diffusione della birra. In aree come la Svizzera l'arte birraia fiorì, ma solo fino nel tardo medioevo. Più tardi, i resoconti relativi al consumo di questa bevanda diventano più rari, incerti e con pochissimi dati. La coltivazione della vite era sempre più imperante e intensiva. Numerosi cattivi raccolti e conseguenti carestie non permisero l'impiego dell’orzo per la fabbricazione di birra e così l'arte della bronzea bibita rischiò di cadere nell’oblio. Fino al Seicento la produzione di birra dipendeva dal prezzo dell'orzo e del vino: se c'era molto grano era venduta a buon mercato, se invece mancavano i cereali a causa del cattivo raccolto, la produzione era quasi interrotta.

mercoledì 1 aprile 2009

Omaggio alla Forst

Fondata nel 1857 a Foresta (in tedesco Forst), frazione di Lagundo (Algund); all'epoca frazione di Marlengo (Marling) dai meranesi Johann Walnöffer e Franz Tappeiner.

L'azienda e la birra prende il nome da questa località dove oggi termina la superstrada Bolzano-Merano (Me-Bo).
Josef Fuchs, il capostitipe della dinastia, che rilevò l'azienda e che ancora oggi posside le azioni della Birreria, fece costruire il primo stabilimento della birreria Forst dove ancora oggi è collocato (dove può servirsi di notevoli quantità di acqua di sorgente del monte San Giuseppe).
La Forst oggi è una delle principali aziende produttrici di birra in Italia. Produce, nello stabilimento altoatesino ed in quello di Palermo, sei tipologie di birra, tra cui quelle di maggior successo sono:
  • Vip Pils: birra chiara, prima Pils prodotta in Italia - 5,0% alc.
  • Luxus Light: birra chiara leggera - 2,9% alc.
  • 1857: birra chiara, prodotto di punta creato per il 150 anniversario - 4,8% alc.
  • Kronen: birra chiara, prodotto principale della Forst - 5,2% alc.
  • Sixtus: birra doppio malto, con note di miele e liquirizia - 6,5% alc.
  • Premium: birra chiara e leggermente amarognola - 4,8% alc.
  • Heller Bock: birra chiara al doppio malto, presente solo nelle birrerie Forst e all'Insubrium di Mornago (VA) - 7,5% alc.

Esistono inoltre due tipi di birra Forst prodotte solo stagionalmente: la birra di Natale e la birra di Pasqua.

giovedì 19 febbraio 2009

“le tavole della birra”

La novità della Guida Espresso 2009: mangiare bene all’insegna del low cost
Alla scoperta dei 184 ritrovi del gusto “italiano” che meglio interpretano il nuovo trend del bere di qualità all’insegna della birra. Quest’anno, per la prima volta, la Guida “Ristoranti d’Italia” de L’Espresso li segnala in una sezione speciale raccontando anche una nuova tipologia di locale (non sempre il classico ristorante, ma spesso anche trattoria moderna, concept store, enoteche disposte a sconfinamenti nel mondo della birra e molto altro ancora) sempre più frequentato da un pubblico di cultori del buon mangiare. Cominciano a chiamarle “Tavole della birra” e sono il nuovo trend del mangiarbene italiano all’insegna del giusto rapporto qualità prezzo. Sono sopratutto in provincia, ma fanno tendenza anche nelle grandi città. Luoghi innovativi e polivalenti dove la birra è di casa, la cucina è gustosa e di qualità e dove è possibile passare una serata piacevole e divertente spendendo poco - in media meno di 35 euro, ma si può arrivare anche ad appena 20 – lasciandosi sorprendere dal “gusto birra”. Magari aiutati da esperti sommelier pronti a consigliare l’abbinamento “giusto”. Più spesso trattoria moderna che alla birra dedica veri e propri menù degustazione, passando per concept store, wine & beer bar, perfino librerie oltre alle tante enoteche che hanno fatto il “gran tuffo” nella birra. Ma c’è aria di birra anche in qualche grande ristorante a caccia di nuove frontiere del bere bene e di qualità, che la propone in Carta.
Una tendenza che quest’anno viene per la prima volta fotografata e fissata, in tutte le sue sfaccettature, dalla Guida “Ristoranti d’Italia” de L’Espresso, la veterana tra le guide gastronomiche italiane, che, con la collaborazione di AssoBirra - Associazione degli Industriali della Birra e del Malto, dedica alla beer philosophy una sezione speciale (“Le Tavole della Birra”, appunto), qualificandola come la grande novità dell’edizione 2009. La sezione, posta al centro della Guida e facilmente identificabile dal diverso colore, individua, descrive e recensisce – con gli stessi criteri redazionali adottati nelle altre sezioni - 48 “Tavole della Birra”, oltre a segnalare 136 locali già presenti in Guida (anche con punteggi molto elevati) che presentano un’offerta di birra adeguata alla loro qualità. In tutto, 184 locali che testimoniano la nuova apertura mentale del pubblico italiano – e perciò anche dei ristoratori - verso la birra.
L’iniziativa rappresenta la naturale evoluzione del premio speciale “Locali amici della birra” che dal 2006 la Guida assegnava ai tre ristoranti che più si distinguevano per l’attenzione riservata a questa bevanda. Da quest’anno, invece, la redazione ha deciso di mostrare tutte le sfaccettature dell’“avanguardia gourmet” che sta esplorando le potenzialità di questa bevanda naturale e moderatamente alcolica, protagonista di corsi e degustazioni, compatibile con la dieta mediterranea e il concetto di sana e corretta alimentazione.
Volendo tracciare un’ideale “mappa italiana dell mangiare di qualità all’insegna della birra”, sul podio dei cultori di questa bevanda figura, al primo posto, il Lazio, con ben 25 locali segnalati, davanti a Lombardia (20), Emilia Romagna (16) e il duo Toscana e Campania (13). Ma al di là dei numeri, colpisce, come abbiamo visto, l’eterogeneità del panorama birrario italiano e la sua capacità di contaminare anche regioni non tradizionalmente legate a questa bevanda.
25-40enne, diplomato o laureato: identikit del consumatore gourmet di birra.
La birra in Italia ormai è cosa “da grandi” e sta seguendo, a distanza di vent’anni, lo stesso percorso virtuoso intrapreso dal vino. Non è più solo confinata nei pub e nelle pizzerie e si avvia a conquistare un innovativo territorio del gusto e dell’abbinamento all’insegna dell’italianità. E con lei cambia anche il suo consumatore. Una recente indagine realizzata dalla Makno per AssoBirra ci aiuta a scoprire il profilo del frequentatore tipo delle “Tavole della Birra”: sono soprattutto ‘giovani’ tra i 18 e i 44 anni quelli che, più di tutti, guardano con interesse da gourmet alla birra e la scelgono per accompagnare i pasti, sia in casa che fuori. A riprova della concentrazione dei cultori dell’abbinamento birra-cibo proprio all’interno di questa classe di età, l’indagine ci dice che 75% dei 18-44enni al ristorante vorrebbe trovare una vera e propria Carta delle Birre, a fronte di una media nazionale (relativa a tutte le classi di età) del 45%. Ma colpisce, rispetto al passato, anche l’innalzamento progressivo dell’età media, e spesso anche del profilo socioculturale: i consumatori abituali (bevono birra almeno una volta a settimana), ad esempio, nel 2000 erano soprattutto giovani fra i 18 e i 24 anni, mentre negli ultimi 2 o 3 anni l’età si è andata assestando intorno ai 35-40 anni. Tutti, o quasi, laureati o diplomati, che navigano spesso su internet, dove cercano informazioni e consigli sulla loro bevanda preferita, cercando di capire in che modo la birra sposa i nostri attuali modelli di consumo alimentare mediterranei, classici e d’innovazione. In tanti, insomma, si avvicinano alla birra all’insegna della curiosità, della convivialità, della moderazione e del piacere di riscoprire in una nuova luce i piatti “indigeni” della tradizione regionale. O provare e sperimentare nuovi gusti e sapori. Come l’abbinamento con i crudi che da alcuni anni fanno tendenza nei nostri ristoranti (dai carpacci di manzo passando per marinate, sushi e sashimi, vinaigrettes e pinzimoni, fino ai formaggi) e che nelle “bionde” trovano un partner perfetto.

lunedì 1 dicembre 2008

Theresianer: La Birra d'Inverno


Racchiude in sé le suggestioni e la magia di una bevanda speciale, creata appositamente per regalare un momento di piacere.
Solo luppolo aromatico e malti d'orzo e di frumento altamente selezionati, la rendono morbida e gradevolmente dolce, da assaporare lentamente in ampi calici, per lasciarsi inebriare dagli aromi che sprigiona, come liquirizia, frutta secca, caffé tostato, marasche, cannella.
Si consiglia di gustarla accompagnata a formaggi erborinati, piccanti o stagionati per stuzzicarne il palato o con del cioccolato puro extra fondente per esaltarne il piacere.
La Birra d'Inverno Theresianer è la giusta guida per i vostri sensi alla scoperta di un caldo abbraccio di sapori.
L'eleganza e l'originalità della Birra d'Inverno Theresianer si ritrova anche nel packaging: per avvolgere la confezione sono stati scelti come colori predominanti il bronzo e il platino che donano un maggiore tocco di raffinatezza ed esclusività.

Si suggerisce di conservarla a temperature non inferiori a 10°C, sempre al riparo dalla luce e in luogo fresco e asciutto. Il leggero deposito sul fondo che potrebbe formarsi, è costituito da lievito sedimentato, caratteristica delle birre speciali ad alta gradazione. Può essere lasciato sul fondo, decantandone con cautela il contenuto, o aggiunto alla birra già versata, dopo averlo leggermente rimestato.

Gradazione: 9%

Vol.Contenuto: 0,75 cl

lunedì 27 ottobre 2008

Bionda, rossa, nera...

Il mondo della birra:
"La birra la bevo quando sono contento e quando sono triste. Talvolta la bevo quando sono solo. Quando sono in compagnia la considero obbligatoria. La sorseggio quando non ho fame e la bevo quando ne ho. Altrimenti non la tocco, a meno che non abbia sete.".


Voglio raccogliere informazioni del mondo della birra, la mia passione.

Un po' di wikipedia

La birra è una delle più diffuse e più antiche bevande alcoliche del mondo. Viene prodotta attraverso la fermentazione alcolica con ceppi di Saccoromyces Cerevisiae o Saccaromyces Carlsbergensis di zuccheri derivanti da fonti amidacee, tra cui quella più usata è il malto d'orzo. Il malto d'orzo è l'orzo germinato ed essiccato ed è conosciuto comunemente come Malto. Vengono tuttavia ampiamente impiegati anche il frumento, il mais e il riso, solitamente in combinazione con l'orzo. Altre piante meno utilizzate sono invece la radice di manioca, il miglio e il sorgo in Africa, la patata in Brasile e l'agave in Messico.
Per produrre la birra, il malto (o altra fonte di amido) viene immerso in acqua calda, dove - grazie all'azione di alcuni enzimi presenti nel malto stesso e dovuti alla germinazione - gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri fermentescibili. Questo mosto zuccheroso può essere aromatizzato con erbe aromatiche, frutta o più comunemente con il luppolo. Quindi, viene impiegato un lievito che dà inizio alla fermentazione e porta alla formazione di alcool, unitamente ad anidride carbonica (che viene per la maggior parte espulsa) ed altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica degli zuccheri.
In questo processo si utilizzano ingredienti, tradizioni e metodi produttivi variabili: il tipo di lievito ed il metodo di produzione possono essere usati per classificare le birre in ale, lager o birre a fermentazione spontanea. Le bevande alcoliche fermentate da sostanze non amidacee come il succo d'uva (vino) o il miele (idromele), e le bevande distillate non vengono classificate come birra.

La birra è una delle bevande più antiche prodotte dall'uomo, probabilmente databile al settimo millennio a.C., registrata nella storia scritta dell'antico Egitto e della Mesopotamia. La prima testimonianza chimica nota è datata intorno al 3500-3100 a.C.. Poiché quasi qualsiasi sostanza contenente carboidrati, come ad esempio zucchero e amido, può andare naturalmente incontro a fermentazione, è probabile che bevande simili alla birra siano state inventate l'una indipendentemente dall'altra da diverse culture in ogni parte del mondo. È stato sostenuto che l'invenzione del pane e della birra sia stata responsabile della capacità dell'uomo di sviluppare tecnologie e di diventare sedentario, formando delle civiltà stabili. È verosimile che l'invenzione della birra sia infatti coeva a quella del pane; poiché le materie prime erano le stesse per entrambi i prodotti, era solo "questione di proporzioni": se si metteva più farina che acqua e si lasciava fermentare si otteneva il pane; se invece si invertivano le quantità mettendo più acqua che farina, dopo la fermentazione si otteneva la birra.
Si hanno testimonianze di produzione della birra addirittura presso i Sumeri. Due erano le principali tipologie prodotte nelle case della birra: una birra d'orzo chiamata sikaru (pane liquido) e un'altra di farro detta kurunnu. La più antica legge che regolamenta la produzione e la vendita di birra è, senza alcun dubbio, il Codice di Hammurabi (1728-1686 a.C.) che condannava a morte chi non rispettava i criteri di fabbricazione indicati (ad es. annacquava la birra) e chi apriva un locale di vendita senza autorizzazione.